Una scrivania al lunedì: provvidenziale! |
Sto ritrovando una briciola di equilibrio psicofisico dopo
un week end ingarbugliatissimo. E, con l'aiuto di una buona lente di
ingrandimento, la briciola me la faccio bastare.
Il mese di maggio prevede dei week end imbottiti di vere e
proprie sfide contro le più banali leggi della fisica.
Ad esempio, c’è chi sostiene l’incompenetrabilità dei corpi.
Non c’è fesseria più facile da smontare: provate a riempire la Panda 4 posti di
un allenatore con 11 adolescenti in crescita e borse sportive annesse da
portare alla partita. Basta guardarli da lontano e la legge va a pallino.
Poi c’è chi sostiene che il dono dell’ubiquità è una favola.
Provate ad essere mamma e provate ad avere almeno un figlio e un marito (poi si
narra di mamme con più figli e più mariti… Ma qui la faccenda è talmente
complicata da non meritare altre argomentazioni); in queste condizioni, per
qualcuno dotato di un minimo di buon senso, può essere verosimile il fatto che
una mamma non abbia il dono dell’ubiquità? L’ubiquità è un primo postulato
della teoria relativistica: la velocità della luce negli spostamenti è
l’ingrediente 1 che consente lo sviluppo di questa teoria (probabilmente
Einstein si è ispirato alla sua mamma durante il mese di maggio…).
A maggio, in particolare, non c’è nipote o cugino o amico
che non vi abbia invitato ad almeno una Comunione, una Cresima, qualche
matrimonio e forse un battesimo. In genere tutto è concentrato nello stesso
week end. Spesso poi, i figli hanno, sempre in quello stesso week end, quattro
feste di fine anno irripetibili e irrinunciabili (vanno sommati tutti i gruppi
classe, i gruppi sportivi, i gruppi ludici, i gruppi del catechismo, gruppi e
sottogruppi vari ed eventuali, insomma…). Poi c’è la spesa di piatti e
bicchierini di plastica per il rinfresco con le maestre, nonché l’acquisto di
prodotti per torte e il pomeriggio passato guardando con ansia il forno tenendo
lo stuzzicadenti in mano a prova della lievitazione. A me, in quei pomeriggi
capita sempre un figlio da andare a prendere da qualche parte, proprio in
concomitanza del punto giusto della lievitazione; quella non lievita come
dovrebbe e io arrivo in ritardo a prendere il figlio.
Naturalmente non è ammissibile mancare ai saggi di fine anno
che comportano gli accompagnamenti alle relative prove dei saggi di fine anno.
Vanno ordinati e acquistati per tempo tutù, borse con il
logo della società sportiva, costumi a tema e ammennicoli vari. Ho provato
persino a scansare per miracolo le “pinne per le gare di salvamento regionali”
(esistono anche quelle!). E, chissà perché, ogni anno sono sempre la prima
dell’elenco dei nomi di coloro che sono “fuori lista” per l’ordine e l’acquisto;
se fossi arrivata un minuto prima a parlare con l’allenatore, avrei già tutto
l’occorrente in mano a prezzo scontato, ma così bisogna farlo arrivare o
addirittura farselo fare apposta. E ogni anno c’è sempre la solita mamma bionda
e con le unghie dipinte che è la prima ad uscire con tutto l’occorrente sotto
il braccio.
Poi, sempre a maggio, si aggiungono almeno un paio di
parenti che approfittano per fare la festa saltata nell’inverno perché gli
acciacchi lo hanno impedito; ovvio che sia indispensabile trovarsi a maggio,
prima di partire con il gruppo della terza età, che offre un soggiorno alle
terme con il Don che soffre di reumatismi.
Insomma, per fortuna hanno inventato i lunedì e le scrivanie. Provvidenziali!
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