Dino a caccia di…insalata |
Oggi avrei qualche pensiero da aggiungere in merito al
credito della “normo-mamma” agli occhi dei suoi figli, quando questi superano i
6 mesi di età. Infatti nel primo delta di tempo della vita dei bebè, oltre al
fatto che quelli si esprimono piuttosto maluccio, tanto da non far pervenire al
genitore critiche in modo così diretto, sono ancora nella fase poetica nella
quale sorridono davanti al sorriso dell’adulto. Gli psicologi, nella loro
perfidia, sottolineano che il sorriso alla mamma è dovuto “al profumo del suo
latte”, più che da altre qualità distintive; inoltre, l’esperienza mostra che
spesso il sorriso-bebè derivi dalla presenza della pappa nel piatto piuttosto
che dalla tenera vista della mamma… Insomma il tutto sembra ridursi ad uno
stimolo che deriva più dalla pancia, piuttosto che da uno roseo e un
po’mellifluo sentimentalismo… ma il “vero” disincanto si manifesta più tardi,
per esplodere in un BOOM intergalattico in fase adolescenziale.
Dunque, normalmente quello che dico io, agli occhi dei miei
figli è una “tremenda fesseria”, mentre la stessa cosa detta, nell’ordine: 1)
dagli amici, 2) dagli insegnanti, 3) dal papy, 4) dai nonni, diventa “verità
sacrosanta ed indelebile”. E questo da sempre. Passando gli anni, è anche molto
peggio.
E ricordo, a proposito di quella famosa ricerca sui
dinosauri (post di ieri: http://cepocodaridere.blogspot.it/2012/05/week-end-dinosauri-e-adolescenti.html),
che, dopo il faticoso weed end passato inciampando di continuo in pupazzetti a
forma di dinosauro, disegni di dinosauro, figurine di dinosauro, libri e pop up
su dinosauri, entra in casa la nonna e, tutti i nipoti, piantandomi in asso
come un giocattolo vecchio, esultano in un coro unisono: “La nonna sì che se ne
intende di animali… Mica come te!!”.
Mia madre ha una certa cultura, diciamo medio alta. Però su
alcuni argomenti, proprio ha un blocco completo, originato da alcune fisse che
le impediscono totalmente di prendere atto di pochi semplici dati di fatto. Ad
esempio, dopo aver passato ore e ore nel web a raccogliere notizie, ero
abbastanza certa che il T-rex non potesse essere un animale “erbivoro”,
sebbene, come sostiene la nonna, abbia le zampette corte, “progettate” apposta
per raccogliere foglie dagli alberi e scomodissime per un cacciatore di
professione. Gli avevo trovato informazioni sui dentoni lunghi 18 cm, che in
modo abbastanza evidente sembravano andare contro ogni aspetto mansueto; erano
pure affilati e seghettati come le lame dei nostri coltelli da taglio. No.
Pensando di essermela cavata con il sabato pomeriggio passato nel “salone del
dinosauro”, ho dovuto passare pure la domenica, cercando per quale diamine di
cappero di motivo sti qui avessero ste zampe così corte. Per buona pace di
tutti, giusto per non aprire uno scontro fra giganti della credibilità
attraverso un confronto forzato tra le affermazioni della nonna e il sicuro
scetticismo della maestra, gli ho suggerito, nella ricerca, di inserire una
frase che lasciasse uno spiraglio al beneficio del dubbio.
Lo ricordo come uno dei miei momenti di più alta diplomazia e slalom oratorio...
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