I mio parco dei dinosauri |
Ho la sensazione che sia una caratteristica generazionale:
appena acquisiscono il gusto di quanto sia più divertente usare sempre la
testa, prima di mettersi a seguire il gregge, loro si trasformano in piccoli
“Mafalda”, già a otto anni, ricchi di ironia e spirito di contraddizione. Forse
perché hanno più strumenti di noi a disposizione, forse perché, costituzionalmente,
hanno una “rapidità di accessi” che li rende svegli, molto più di noi.
Dopo il tuffo nei ricordi dei giorni scorsi, mi è tornata in
mano una ricerca sui dinosauri fatta dal mio primogenito, ora adolescente; la
ricerca era stata fatta in terza elementare.
Ricordo perfettamente il week end passato a fare quella
ricerca… E come dimenticarlo? Ora, nonostante la fase evolutiva di Andrea sia
tale per cui, a fronte di interminabili e noiosissime discussioni inutili, poi
però si assuma anche qualche responsabilità sulle fesserie da lui sostenute, da
piccolo la sua voglia di ribellione si limitava a fare di lui un piccolo
dittatore. Punto.
Lo ricordo come saldamente fedele al motto “quel che tuo è
mio, quel che è mio è mio!”; motto valido sia per la spartizione di cose
“terrene” tipo trenini, pezzi migliori del Lego, e consimili…, sia per più
astratte strategie di azione, tipo “noi non vogliamo capi, ma facciamo tutti
quel che dico io!”.
C’era in lui una strana ambivalenza tra un acceso animo
anarchico e anticapitalista, contrapposto ad un atteggiamento da piccolo
dittatore; i suoi bersagli preferiti, da sempre: io e suo fratello Abi.
Quel week end io ero rimasta l’unica candidata ad aiutarlo a
fare la ricerca. I lati positivi erano, tutto sommato, diversi: finalmente un
calcio all’appuntamento fisso con il wresling del sabato sera (terribile! E non
c’era via di scampo: il lunedì scolastico dei piccoli italiani era vivamente
animato da controverse discussioni in materia; in seguito gli argomenti
sarebbero variati di poco: calcio/gran premio/moto GP è quanto condisce tutti i
lunedì dagli 11 anni in avanti…). Inoltre, i dinosauri, tema della ricerca,
destavano un generale interesse, atto a promuovere il coinvolgimento di tutta
la famiglia: per giorni, anche Abia ha continuato a disegnare T-rex
dappertutto. Questi gli aspetti positivi; ma per dirla proprio tutta, c’è stato
anche qualche altro aspetto che si è rivelato… “istruttivo” sul carattere di
mio figlio: ad esempio, ho potuto toccare con mano la sua scarsa attitudine a
svolgere ruoli dirigenziali. Innanzitutto, un vero capoufficio, se non vuole
entrare in lotta operaia con scioperi interminabili dopo appena il primo giorno
di lavoro, deve almeno permettere ai sottoposti la pausa pranzo; io credo che
questa sia una rivendicazione sindacale ormai indiscussa, e superata persino
dalle leggi 626 sul lavoro, che cercano di imporre anche pause dopo ogni ora di
lavoro davanti allo schermo di un terminale. Invece, quel sabato sera, ricordo
di aver “rubato” dal frigorifero un po’di triste mortadella da infilare in un
pezzo di pane e, un po’sottobanco, ho addentato qualche morso davanti alla
tastiera del computer, facendo “da braccio” alla “testa dirigenziale” di mio
figlio, il quale, implacabile, ha voluto andare avanti a divertirsi scoprendo
su internet i segreti dei sauri fino a notte inoltrata. All’epoca era molto
inappetente; oggi è il vero motivo di deficit della nostra famiglia: magro come
un’acciuga un po’anoressica, divora più piatti di pasta lui di una banda di
piranha lasciati liberi dopo una dieta di sei mesi. Quindi, quel giorno,
l’unica che lamentava necessità represse tipo fame-sete-pipì-sonno ero io,
mentre lui si divertiva moltissimo attratto dalla voracità dei sauri.
Sono cambiate molte cose da allora, sebbene Andrea sia
sempre Andrea. Forse, se mi avessero detto come sarebbe andata a finire da lì a
qualche anno, probabilmente avrei agito più serenamente e con maggiore calma.
Probabilmente, quando le nonne ci dicono che “la stiamo prendendo troppo
seriamente” e di “lasciare che il tempo faccia il suo dovere”, forse non è così
vero che lo dicono perché “la loro generazione non è in grado di capire la
velocità di questo secolo”… Forse qualche lume di ragione ce l’hanno anche
loro. O no?
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