venerdì 25 ottobre 2013

Cerca e NON trova


Come al solito, è colpa mia. E questa considerazione in genere mette il cuore in pace a tutti.
Questa volta, quello che ho combinato consiste nel fatto che non ho personalmente seguito la fase post-trasloco dei miei vecchietti in tutti i suoi stadi, compresi quelli più minuscoli. La mia enorme mancanza consiste, di notte, di tornare a casa mia a dormire dopo aver firmato i brutti voti nelle verifiche dei miei figli. Evidentemente invece, l’insonnia notturna tipica dei vecchietti spinge ad avere molte idee luminose sotto la pressione di un bisogno irrefrenabile di riordino e sistemazione.
Non mi è ancora venuto in mente di impiantare telecamere nascoste per i controlli notturni di quanto avviene a casa dei miei genitori, nell’appartamento accanto al mio; ma le piazzerò molto presto! Senza telecamere e registrazioni non ho assistito personalmente alla scena ma scommetto soldi che la cosa è andata più o meno così: mia mamma ha aperto uno scatolone. Ha trovato un vecchio portapane. Lo scatolone era nelle vicinanze del bagno e, visto che è un po’malferma con le gambe, non è andata molto lontano da dove si trovava per appoggiarlo. E in effetti doveva pure appoggiarlo: mica poteva stare con un portapane in mano tutta la notte! Dopo aver appoggiato il portapane sul calorifero del bagno, è partita alla conquista di un secondo scatolone, trovandoci un po’di medicinali. Dal momento che la sua memoria a breve termine non l’aveva ancora tradita, si è ricordata limpidamente di aver appoggiato poco prima, su un “ripiano”, una specie di “contenitore”. Il risultato di questa serie di eventi porta, in modo molto lineare, al fatto che attualmente in casa dei miei, se andate a lavarvi le mani in bagno, trovate lì accanto un porta- pane, pieno di medicine. No anzi, per la precisione: il porta-pane in bagno è pieno solo delle medicine  che lì ci stavano. Per trovare quelle di dimensioni incompatibili con il portapane, bisogna attendere che la memoria di breve termine di mia mamma diventi memoria di “lungo termine”; allora, forse, ci sarà qualche speranza di ritrovarle. E, una volta ritrovate, saranno sicuramente scadute e potranno essere buttate.
Con la stessa logica ferrea e inoppugnabile, sono stati “messi al loro posto” anche una lista di cose tipo il rogito, le carte di credito, i pin dei bancomat e una lunga serie di chiavi senza le quali ci sono molte cose che non possono essere aperte o chiuse, tipo, ad esempio, la porta di casa loro, la porta della cantina e la loro vecchia automobile.
Ogni tanto spunta un mazzo di chiavi, solitario, che ovviamente non compare assieme ad altre colleghe chiavi: probabilmente mia mamma, trovandosi con un mazzo di chiavi in mano, le avrà volute “mettere-via-bene-per-non-perderle”. Questo istinto di ordine e organizzazione, assolutamente irreprimibile, deve andare soddisfatto nel giro di pochi secondi. Calcolando la velocità di movimento di mia mamma, in pochi secondi lei copre al massimo un raggio di una o due piastrelle, area entro la quale ogni possibile anfratto può servire allo scopo di tranquillizzarla sull’essere stata precisa e adempiente alle sue esigenze di riordino e organizzazione.
Se trovare il suo libretto degli assegni risulta un’impresa adatta solo agli agenti del controspionaggio, risulta però piuttosto facile trovare alcuni oggetti di “utilizzo comune” che in effetti spuntano da ogni singolo angolo: santini e madonnine predominano ovunque.
Anche le tazzine da caffè, possibilmente quelle con il manico rotto, sembrano essere collezionate a centinaia e servano per tutti gli usi più svariati: porta-trucioli, portachiavi, porta-noccioli, porta-anelli, sottovasi per piccoli cactus e, soprattutto, porta-polvere. Mia mamma ha insegnato tutta la vita e i suoi studenti, a quanto pare molto grati alla loro carissima e amatissima prof, hanno pensato bene di farle diversi regali di Natale o di fine anno scolastico. Sembra che il servizio da tazzine sia stato un’idea particolarmente gettonata in tutte le classi. Se contiamo che ha insegnato al quinquennio del liceo per 40 anni e facciamo una facile moltiplica, tenendo conto che ogni servizio mediamente offre ben 12 tazzine, anche sottraendo qualche centinaio di tazzine andate in frantumi, ne rimangono ancora diverse migliaia in giro per casa.
Un’altra cosa di cui quella casa non soffre, è la mancanza di fogli e matite. Mio papà doveva avere una vera passione per i bloc notes nei quali appuntare qualsiasi cosa. Consapevole di essere da sempre molto distratto si è riempito le tasche e i cassetti di fogli per appunti e post it. Si faceva promemoria per tutto, compresa una lista aggiornata di tutti i promemoria fatti, i quali altrimenti sarebbero andati persi e rifatti da capo. Insomma: i promemoria dei promemoria. Nonostante tutti i suoi promemoria, dopo aver tenuto una conferenza a Torino, la leggenda narra che, distratto dai suoi pensieri, sia tornato a casa in treno dimenticandosi l’auto nel parcheggio.
Ma secondo voi, uno così, ha qualche possibilità di ritrovare le chiavi di casa messe “al loro posto” da sua moglie?